Oggi visitiamo “Gogol and Company” libreria innovativa in Milano


Siamo andati a intervistare Danilo Dajelli, ideatore della Libreria Gogol and Company di Milano, in via Savona 101, noto punto di ritrovo per lettori, buongustai ed amanti della cultura.

Come è nata l’idea di Gogol? Per caso o dopo un’accurata indagine di marketing, magari all’estero?

Gogol and Company è un progetto su cui abbiamo lavorato per anni prima che potesse concretizzarsi: doveva essere una libreria, ma prima di tutto un luogo di cultura indipendente, e anche un presidio sociale, oltre che un posto dove le persone potessero fermarsi e parlare, o stare in silenzio, lavorare o leggere, insomma un posto dove chiunque potesse passare del tempo magari bevendo o mangiando prodotti sempre scelti secondo la nostra filosofia del gusto (letterario, culturale e gastronomico).
È stata un’incubazione lunga, mentre imparavo a fare il libraio alla Libreria Utopia e imparavo tutta quella parte del mestiere che solo l’esperienza poteva insegnarmi, mentre facevo i primi piccoli e grossi errori, mentre imparavo che bisogna spolverare tutti i giorni e scegliere i libri anche in base ai lettori che abbiamo di fronte e non solo secondo i nostri gusti personali, intanto progettavo, fantasticavo, cercavo, studiavo. La nascita di Gogol è stato un continuo scambio di idee con mia moglie, con amici, con persone di cui mi fido e che hanno visioni del mondo intelligenti, aperte, spesso diverse dalle mie, senza il cui contributo comunque oggi questo posto non sarebbe quello che è.

Vedo che siete in diversi personaggi a gestire la libreria. Ognuno di voi ha una “specializzazione” oppure i titoli che proponete sono scelti di comune accordo?

Siamo librai diversi, con formazioni, background, passioni e sogni differenti, ma lavoriamo sempre tutti insieme. Scegliamo quali cataloghi proporre e quali no parlandone, confrontandoci. Sbagliamo anche insieme, che è il modo migliore per migliorarsi. Ognuno di noi ha qualcosa da insegnare all’altro e questo può succedere solo prendendo decisioni e facendo scelte comuni.

Credete che il mercato editoriale, dopo un periodo nell’oscurità, possa uscirne e stia riprendendo davvero?

I momenti di crisi, come le rivoluzioni, arrivano per cambiare le cose e portare aria pulita. Quando in questi anni ci hanno chiesto: “ma è vero che non si vendono più libri?” la nostra risposta è sempre stata: no!
Sono cambiati i modi di vivere gli spazi (di conseguenza anche i modi di gestirli) ma chi legge non ha mai smesso di farlo, e i buoni editori sono sempre stati tali e probabilmente lo rimarranno.
Il punto è che la società si è trasformata, il commercio anche. Il libraio non può più stare in mezzo a scaffali polverosi, deve essere prima di tutto imprenditore, e questo non significa rinunciare alla figura sociale e culturale che fare questo lavoro implica, ma arricchirla. La libreria, come è stata intesa negli ultimi vent’anni almeno, non esiste più. Come tantissimi altri spazi che hanno caratterizzato la vita sociale italiana negli ultimi decenni. La differenza dobbiamo cominciare a farla noi, prima del mercato editoriale. Con l’umiltà di imparare sempre, la volontà di cambiare, quando necessario.

Come valutate gli ebook? Accessori o concorrenti al cartaceo?

Gli ebook hanno un mercato commerciale a sé, che funziona bene, ma non influisce davvero sulla vendita dei libri cartacei. È capitato spesso di parlarne con i nostri clienti, la lettura digitale ha evidentemente dei vantaggi (uno su tutti eliminare il peso fisico dell’oggetto quando si viaggia), ma è un’esperienza differente. Succede che chi legge un libro in ebook desideri poi anche possederlo fisicamente, ad esempio. La chiave di lettura ideale per il futuro probabilmente potrebbe essere nel riuscire a convogliare in un posto fisico, come il nostro ad esempio, anche le vendita del digitale, per evitare prima di tutto che venga a mancare il ruolo del libraio e lo scambio fondamentale che avviene con i lettori.

Cosa volete suggerire al pubblico abbinando il cibo ai libri e all’arte? La condivisione oppure l’angolo per sè?

La libreria, la caffetteria e lo spazio espositivo sono le tre anime di Gogol and Company e si muovono in parallelo per raccontare quello che siamo. Tutto quello che trovate qui riflette il nostro modo di guardare il mondo, i nostri gusti e le esperienze che ci piace proporre ai nostri clienti. Il nostro desiderio è che le persone che frequentano Gogol and Company le scoprano tutte, insieme a noi.

Quali sono i vostri clienti migliori in termini di età e preferenze letterarie?

Abbiamo lavorato a lungo per fare in modo che il nostro cliente tipo fosse piuttosto giovane, tecnologico, attento non solo e non tanto ai fenomeni mainstream quanto più alle dinamiche underground. Una persona che frequenta questo spazio e che riesce a riconoscere con immediatezza quelli che sono i percorsi che esso offre: legati al mondo dei libri, della letteratura, all’arte, ma anche alle degustazioni di prodotti, o alle attività creative, alle serate musicali o di intrattenimento di vario genere. Una persona però che ci segua anche sul web, che comunichi con noi su tutti i canali possibili, che ci aiuti ad arrivare ad ancora più persone. A fianco di quello che per noi rappresenta il cliente ideale, c’è un’altra tipologia di cliente importantissimo ed è l’abitante di questo quartiere. Il nostro è uno spazio che si è sempre proposto come presidio e riferimento, del quartiere in primis, poi del resto della città.

Date spazio anche agli esordienti che vogliano fare le presentazioni nel vostro locale?

Scegliamo i libri da presentare (se li presentiamo) non in base alle copie vendute, ma a quanto esso rispecchia Gogol and Company e la cultura indipendente che promuove. Non importa che il libro di cui si parla sia il primo o il centesimo scritto da quell’autore. E sì, ci interessano molto le voci giovani, intelligenti e innovatrici.

Quale pensate sia il futuro o l’evoluzione dei locali come Gogol?

L’unica evoluzione possibile è quella che segue le evoluzioni culturali che sono già in corso. Intendo dire che Gogol and Company tra vent’anni potrebbe essersi completamente trasformata (qualsiasi cosa significhi) e questo per noi sarà solo un bene, la dimostrazione che saremo stati capaci di vivere il momento storico che stiamo attraversando e che attraverseremo. È difficile spiegare cosa realmente questo significhi, ma sicuramente continueremo a lavorare sul dialogo tra generi culturali diversi, che sia la cucina, la musica, la letteratura e la tecnologia o qualsiasi cosa ci verrà in mente. E devo dire che io ce lo auguro.

Esiste un genere che non volete trattare?

Non ci interessa trattare l’editoria commerciale e vuota, quelle pagine riempite davvero solo per arricchire le tasche dei grandi gruppi editoriali, le storie scritte senza amore per ciò che si sta raccontando. E non ci interessa trattare argomenti eticamente scorretti o distanti dalla nostra idea di cultura, ovviamente.

Ed uno che amate in particolare e che proponete più di altri?

Lavoriamo con gli editori indipendenti, è questa la scelta di Gogol & Company. Ogni angolo della libreria ospita un editore diverso, e parliamo in modo di diretto con ciascuno di loro. Ci piace che ogni lettore abbia la possibilità di scoprire che esistono tante realtà editoriali e di scegliere.

Links:
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[1] https://www.facebook.com/gogolandcompany [1]
[2] https://www.instagram.com/gogolandcompany/ [2]

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