Oggi intervistiamo Andrea Simone, autore di “Due uomini e una culla”


Invito a leggere questa intervista che pubblico sperando che venga letta da molti, perchè essere genitori è una missione.

Il titolo è bellissimo anche se rimanda a un famoso film: è stato scelto apposta?

“Un po sì, strizza l’occhio al film di Coline Serreau, anche se la trama del mio libro è completamente diversa. Più che altro l’ho scelto perché volevo dare fin dalla copertina l’idea di una bambina cresciuta da due papà. Inoltre mi piaceva l’ironia che contiene. Il mio migliore amico, Gabriele Calindri, di cui parlo nel libro, il figlio del famoso e indimenticabile attore Ernesto, il primo a sapere che aspettavamo Anna, si è detto poco d’accordo sulla scelta: ‘I protagonisti del film erano dei perfetti minchioni, tu e Gianni siete persone intelligenti e assennate’, è stato il suo commento. Però secondo me è stata una scelta azzeccata.

Per non parlare della meravigliosa prefazione di Lella Costa, mia grandissima amica dal 1991. Non poteva farmi un regalo più bello, credo che non finirò mai di ringraziarla.”

L’aver scritto questo libro per lei e per il suo consorte rappresenta una semplice testimonianza oppure vuole essere anche un esempio alle coppie che, come voi, hanno intrapreso questa scelta?

“E’ una testimonianza, è un diario, è una dichiarazione d’amore nei confronti di Gianni e Anna. E’ un libro che ho scritto per rivivere – un giorno quando lo rileggerò – le stesse sensazioni che provavo mentre le cose accadevano e le raccontavo. Se non le avessi messe nero su bianco, forse, con il tempo, quelle emozioni si sarebbero un po’ sbiadite.

Se poi Due uomini e una culla può essere d’aiuto ad altre coppie che hanno intrapreso o hanno deciso di intraprendere questo tipo di percorso, la cosa mi rende felicissimo. Due ragazzi gay mi hanno scritto dicendomi di avere avuto dei dubbi sul fatto di ricorrere alla gestazione per altri, dubbi che si sono dissipati completamente dopo la lettura del mio libro. Questo mi rende orgoglioso.”

Quale è stato l’ostacolo più grosso nel proporre il libro alle case editrici?

Due uomini è una culla è il mio primo libro. Io sono uno scrittore esordiente. L’ostacolo più grande è stato orientarsi nel mare magnum delle case editrici italiane e capire quali fossero le più serie. All’inizio l’unica mia fonte d’informazione era la Rete. Poi un giorno, quasi per caso, Pasquale Ruju – un mio caro amico di grande talento letterario con cui ho lavorato nel doppiaggio – che fa soprattutto lo scrittore di romanzi noir e lo sceneggiatore per la Sergio Bonelli Editore, mi parlò di Golem Edizioni, una casa editrice torinese composta da validissimi professionisti, in primis l’amministratore delegato Giancarlo Caselli e i suoi collaboratori: Francesca Mogavero (che mi ha seguito in tutto il percorso di revisione con grande precisione, puntualità e professionalità), Paola Tombolini, Stefania Negro e la grafica Nicoletta Carbotti, che ha ideato una splendida copertina. Queste persone hanno tutte creduto in me, devo moltissimo a loro, ma soprattutto a Pasquale. Senza di lui – nonostante ad altre case editrici sia piaciuto il libro – forse oggi Due uomini e una culla non sarebbe una realtà. Ho citato Ruju anche nei ringraziamenti alla fine del libro.

Altre difficoltà non ce ne sono state, a parte lo spaesamento iniziale di cui parlavo prima.

Ritiene lei, come autore, che dovrebbe dare un seguito ai lettori in modo che comprendano anche il “dopo” della scelta?

Premesso che i sequel difficilmente vanno bene come l’originale (ma questo è un discorso che riguarda di più il cinema e la tv) potrei pensare di scrivere un seguito. Questa volta, però, vorrei fare un libro più politico, perché le recenti dichiarazioni del ministro Fontana che ha messo in dubbio l’esistenza delle Famiglie Arcobaleno, mi hanno profondamente indignato, per non dire disgustato. Potrei raccontare la vita quotidiana della mia famiglia (scuola, istituzioni, educazione, parte ludica) e allo stesso tempo parlare dei nuovi sviluppi politici, che purtroppo rischiano di essere deleteri per molti bambini nati nelle famiglie omogenitoriali. In autunno, se avrò tempo e se il mio lavoro di giornalista non mi assorbirà eccessivamente, non è escluso che inizi a metterci mano.

Quando guardate vostra figlia pensate che lei sia un miracolo?

“Sì, il più bello e il più grande che ci potesse capitare. Cito Whitney Houston, la mia cantante preferita. Le sue canzoni sono la colonna sonora del libro: Anna rappresenta “the greatest love of all”. In questo brano – che con 29 milioni di copie detiene ancora oggi il record di singolo più venduto di un esordiente nella storia della musica – c’è un verso che io amo moltissimo che dice: “Let the children’s laughter remind us how we used to be”. Significa “Lasciate che la risata dei bambini ci ricordi come eravamo”. E’ l’augurio che faccio a tutti.

Racconterete a vostra figlia la sua storia e la vostra ricerca piena di amore?

“Ci tengo a dire che ho voluto scrivere questo libro soprattutto per Anna, perché possa leggerlo un giorno e capire nei minimi dettagli la sua storia, quanto l’abbiamo desiderata e quanto la amiamo. Poi, certo, glielo racconteremo anche a voce giorno per giorno. Lei ha già capito di avere due papà e la cosa sembra renderla felicissima. Tutti i nostri amici ci chiedono stupiti: ‘Ma è possibile che non ci sia una foto in cui vostra figlia non sorride?’

I vostri lettori chi sono?

“Non c’è un target specifico: questo libro è rivolto a chiunque vorrà leggerlo, non solo alle Famiglie Arcobaleno. E’ destinato anche a chi contesta la Gpa. Di recente, a Bolzano, dopo una presentazione di Due uomini e una culla, due consiglieri di Fratelli d’Italia (quindi due esponenti di destra) mi hanno detto di averlo letto e mi hanno ringraziato per la delicatezza con cui ho affrontato l’argomento. Qualcuno contrario alla gestazione per altri mi ha confessato addirittura di avere cambiato idea dopo avere letto il libro.”

E la madre portatrice è stata scelta da voi, oppure era una sconosciuta?

“Noi l’abbiamo conosciuta di persona dopo una selezione eseguita dall’agenzia statunitense cui ci eravamo rivolti. Abbiamo scelto Christie perché aveva deciso di fare la portatrice non per ragioni economiche, ma perché sentiva dentro di sé la vocazione e il desiderio di aiutare chi non poteva avere figli, a prescindere dal fatto che fossero coppie gay o etero. Il feeling è stato immediato ed è continuato anche durante la gravidanza (siamo andati negli Usa a metà gestazione per vedere come procedevano le cose), dopo la nascita di Anna lei ci ha fornito il suo latte per un mese fino a quando non siamo tornati in Italia. Ci sentiamo anche due volte al mese, via Facebook o Skype (come quando chiama Anna per il suo compleanno per farle gli auguri) e speriamo che venga presto in Italia e di andare a trovarla negli Usa. A chi le chiede se non le dispiaccia avere dato alla luce una bambina che non vedrà quasi mai, lei risponde di no e che si sente come una zia lontana. Sinceramente non vedo l’ora che Anna la conosca di persona.”

Cosa volete trasmettere a chi vi legge come messaggio? Più l’indipendenza e il coraggio o più l’amore senza limiti?

“Direi più l’amore senza limiti, ma anche l’indipendenza e il coraggio. Questo libro in realtà non ha un messaggio specifico. Ha degli obiettivi: divertire, emozionare, informare e divulgare. Soprattutto informare, perché riguardo alla gestazione per altri e alle Famiglie Arcobaleno è diffusa una grande ignoranza. Se poi il libro può contribuire anche a smuovere le coscienze, ben venga.”

Cosa vorreste per vostra figlia nel futuro?

“A costo di essere banale le risponderò la felicità: le auguro di trovare una persona che la ami, la rispetti e con cui formare una famiglia. Spero che abbia la fortuna che ho avuto io anche nel lavoro: le auguro di appassionarsi a una professione che la faccia sentire realizzata in tutto e per tutto. Poi auspico che cresca in una società sempre più civile e aperta, dove i diritti – di qualunque tipo essi siano – non sono a esclusivo appannaggio di pochi. Quando non tutti ne possono beneficiare, non si chiamano più diritti ma privilegi.”

Due uomini e una culla

 

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