Questa che Beatrice Tauro ha voluto provare a raccontare è una storia di insuccesso sociale che, purtroppo, caratterizza i nostri giorni e che difficilmente riusciamo a comprendere, malgrado arrivino continui resoconti dalle televisioni o dal mondo giornalistico. Perchè, come in tutte le situazioni che la vita ci presenta, per capirle davvero fino in fondo, bisognerebbe provarle. Solo che,”con tutto questo mare fra di noi”, le tristi realtà descritte nel romanzo di Beatrice, rimangono spesso qualcosa di lontano, al di fuori della nostra immaginazione e sensibilità. Amina, un bel nome di fantasia, è una ragazza libica che diventa l’emblema della libertà, quella libertà che le donne di quei paesi non possono godere nè pretendere, pena la propria sopravvivenza. Un mondo maschile violento ne impedisce la personale realizzazione e l’eventuale fuga, ed ecco che il mare, minaccioso e a volte mortale, può diventare un mezzo migliore rispetto a quello di rimanere vittime nella loro terra natia inospitale, pericolosa e ingiusta. Tra le righe si legge la speranza dell’autrice che quelle vite possano trovare un riscatto epocale, al quale noi tutti non dovremmo sottrarci.