Questo piccolo libro è un’anticipazione di come Marcel Proust, intellettuale e snob, nel 1906 e prima di scrivere “Alla ricerca del tempo perduto” sente e interpreta la lettura.
Vi si legge la grande passione che questo scrittore parigino pone nell’arte di immergersi tra le pagine di un libro, prediligendola, ad esempio. alla conversazione :
“Ho cercato di mostrare nelle note con cui ho accompagnato il presente volume che la lettura non può essere assimilata alla conversazione, foss’anche il più saggio degli uomini…la lettura infatti, al contrario della conversazione, consiste per ciascuno di noi nel venire a conoscenza del pensiero di un altro senza smettere di essere soli, vale a dire continuando a godere del vigore intellettuale che si ha in solitudine, e che la conversazione dissolve immediatamente…”
E troviamo bellissima la descrizione nella quale Proust, sin da ragazzino, amava isolarsi addirittura nascondendosi per non venire disturbato in quei momenti di assoluto isolamento e immersione nei libri.
Proust attribuisce alla lettura anche un potere “sanante”, come si legge qui:
“…ci sono tuttavia alcuni casi, casi patologici per così dire, di depressione spirituale in cui la lettura può diventare una sorta di disciplina terapeutica e incaricarsi, con ripetuti incitamenti, di ricondurre costantemente un animo pigro alla vita spirituale.”
A chi ama lo stile ammaliante di Marcel Proust consigliamo senz’altro questa sua breve opera.