Nel mio romanzo Maeva, la benvenuta, la protagonista Matilde non rinuncerà al ricordo dell’amico d’infanzia.
Ecco l’incipit di quest’avventura vissuta tra Bangkok, la Svizzera e l’Italia che intreccerà i loro destini
Era estate, il periodo peggiore per affrontare quel viaggio in oriente, ma non le importava.
La peluria bionda sulle gambe si interrompeva dove iniziavano le caviglie, magre ed ossute come la sua figura, sorretta da un morbido mocassino dal colore sbiadito ed un poco allentato all’esterno, che tradiva l’andatura tipica di chi non ha gambe perfette. Non ne aveva mai fatto un dramma.
“sei cocciuta come il mulo di mia nonna” le urlava Franci, il suo migliore amico.
Sapeva di esserlo, anche se con Franci non lo ammetteva mai. Ora stava per dare a se stessa la più forte dimostrazione della propria caparbietà, ma Franci non sarebbe più stato presente a ricordarglielo questa volta. I loro destini avevano scelte strade diverse.