8 febbraio ovvero la nascita di Giuseppe Ungaretti, sublime poeta


Proprio oggi, ma 129 anni fa, nasceva ad Alessandria d’Egitto il grande poeta Giuseppe Ungaretti. Figlio di lucchesi non benestanti, riuscì, rimasto orfano di padre e grazie all’impegno materno, a completare gli studi universitari, che fece alla Sorbona di Parigi. Lì conobbe Picasso e iniziò un’amicizia fraterna con Apollinaire.

 

Ma la guerra del 1915, anno nel quale compose le sue prime liriche, lo portarono al fronte, prima quello del Carso e poi quello francese, esperienze che influenzeranno la sua poesia.

Memorabile è “Soldati”  (Bosco di Courton luglio 1918)

Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie

Ungaretti, favorevole all’intervento nella Grande Guerra, appoggia il pensiero di Mussolini il quale addirittura curerà per lui una prefazione alle sue liriche nel periodo tra il 1919 e il 1922.

Citiamo una delle liriche più note “San Martino del Carso”

Di queste case
Non è rimasto
Che qualche
Brandello di muro
Di tanti
Che mi corrispondevano
Non è rimasto
Neppure tanto
Ma nel cuore
Nessuna croce manca
E’ il mio cuore
Il paese più straziato

Ungaretti è considerato un poeta rivoluzionario, colui che ha aperto la strada all’ermetismo e che ha affascinato milioni di lettori per la forza con la quale ha saputo esprimere i sentimenti in poche rime brevi.

La vita di Ungaretti viene segnata dalla morte del fratello (vd. la poesia “se tu mio fratello”) e da quello del figlio di soli nove anni, mentre la carriera artistica è costellata da riconoscimenti letterari e onoreficienze politiche da ogni parte del mondo.

Ho conosciuto Ungaretti, ormai anziano, in un ristorante del centro di Milano e la sua figura carismatica, oltre che la voce particolare mi sono rimasti impressi nella memoria.

Uomo semplice che sapeva vedere oltre le apparenze, cogliere l’essenza della vita ed esprimerla attraverso parole e concetti incisivi, essenziali e sublimi.

La mia preferita, che me lo rappresenta, rimane “Natale” del 1916

Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare

 

 

 

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