1) Da quanto tempo sei direttore di Milanosud?
Sono diventato direttore di Milanosud nel gennaio del 2010, succedendo a Piero Pantucci, ora nostro prestigioso editorialista, che ha guidato il giornale per oltre 10 anni.
2) Da come e da chi è nata l’idea di questo giornale free press?
Il giornale è nato vent’anni fa, nel 1997, al Gratosoglio, all’indomani della nascita delle circoscrizioni. Un gruppo di volontari, sostenuti dal circolo Pds della zona, che ha prestato i soldi per il primo numero, voleva raccontare la realtà, i problemi e la vivacità delle periferie del sud Milano. Da lì siamo partiti e sul quel solco, in fondo ancora continuiamo, sostenuti dal lavoro dei volontari, dai nostri inserzionisti, dai soci.
3) E’ stato difficile “reclutare” collaboratori volontari?No, non è difficile, ogni mese il giornale riceve richieste di collaborazione: c’è grande interesse intorno al giornalismo e più in generale lo scrivere. Più difficile è tenere i collaboratori per molto tempo. Raccogliere notizie e scrivere un articolo richiede, tempo, lavoro e competenze non banali
4) In termini economici è rischioso dare vita ad un’attività come quella di un giornale?Milanosud, per quanto sia sempre riuscito ad avere una discreta raccolta pubblicitaria, che è la nostra principale fonte economica, non si potrebbe economicamente reggersi senza il lavoro dei volontari.
5) Quando hai capito che avresti potuto ambire ad un maggiore numero di copie? A quante attualmente siete arrivati?
Da circa un anno distribuiamo 20mila copie mensili. Pima eravamo a 16mila. Il numero di copie dipende dalla capacità di raccolta pubblicitaria e di distribuzione. È più impegnativa quest’ultima che l’aumento delle copie, che in fondo non ha una grande incidenza economia.
6) Ti occupi di altro oppure ormai sei dedito solo a MilanoSud?
Solo Milanosud non mi permetterebbe di vivere, il compenso che ricevo è poco più che simbolico, diciamo una sorta di rimborso spese. Oltre a dirigere Milanosud lavoro in una cooperativa di cui sono socio, che lavora su progetti editoriale e di giornalismo. E poi sono addetto stampa della sindaca di Pioltello, Ivonne Cosciotti.
7) Se avessi mezzi maggiori, cosa sogni come futuro per il giornale?
Mi piacerebbe farne una scuola di giornalismo, radicata sul territorio e con una mission anche sociale. Credo che la trama di competenze e informazioni condivise che può far nascere un giornale, possa avere un grande valore per un territorio, in particolare se periferico. Al contempo mi piacerebbe aumentare tiratura, diffusione e la presenza sul web.
8) Ha mai ricevuto contrasti o avuto problemi per articoli “scomodi”?
Sì, direi che è quasi naturale, ma a parte qualche raro episodio, si è sempre trattato un confronto tra punti di vista. Pur essendo noi un giornale con un’idea precisa di società, credo di poter affermare che ci venga riconosciuto da tutti una certa autorevolezza e non abbiamo mai avuto problemi anche a ospitare posizioni che non condividiamo
9) Hai qualche nuova iniziativa importante da segnalare ai lettori?
Quest’anno è il ventennale del giornale: seguitici stiamo organizzando diverse iniziative
10) La politica influenza le pubblicazioni?
Siamo un giornale indipendente, pur essendo nato da una costola del fu Pds. Nessuno ci dice cosa pubblicare, quello che va in pagina è sempre farina del nostro sacco. Poi temi politici e l’attualità che ne consegue, soprattutto locale, sono certamente una parte importate del nostro giornale.